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Ormai da tempo pare che Palermo vada verso una totale distruzione.
L'assenza d'interesse e di cura per la sua cultura è uno degli aspetti più tristi del suo degrado: si ritiene infatti che, in un momento di forte crisi in cui è necessario tagliare le spese per far quadrare i conti, il settore culturale sia il primo di cui francamente si possa fare a meno. E così i cartelloni ospitano sempre meno eventi perché mancano i fondi per organizzarli, la città invita sempre meno artisti perché non ci sono spazi idonei ad accogliere i loro spettacoli, e la cattiva immagine che Palermo diffonde di sé contribuisce inevitabilmente ad accelerarne il declino.
Naturalmente a Palermo la cultura non manca, non è mai mancata; e proprio perché la vena artistica ha sempre pervaso le sue strade e le sue piazze questa 'mala gestione' delude e offende innanzitutto i suoi figli. Ma i suoi figli non si arrendono e un ricchissimo rinnovamento culturale e in particolare musicale, riesce comunque a prender vita proprio dal cuore pulsante di questa grande madre; gli artisti nuovi e vecchi si organizzano e si autogestiscono, creano reti di collaborazioni che maturano grazie alla lealtà dei rapporti umani che le persone, prima ancora che i musicisti, tra loro riescono a instaurare, in una sorta di Resistenza culturale.
Crescono bene i figli; ma sanno che prima o poi se ne dovranno andare per cercare in luoghi più fortunati la loro affermazione.
Perché sia chiaro che la scena musicale palermitana è tutt'altro che morta, in questo spazio ci occuperemo di scrutarne i movimenti, seguirne i cambiamenti, portare alla luce ogni sua novità degna di nota. Proprio per questo prende il nome di Blackbirds, ossia tutti gli artisti palermitani che con le loro forze emergono dal buio della notte guidati da una sola motivazione: far conoscere se stessi e la loro musica.
L'assenza d'interesse e di cura per la sua cultura è uno degli aspetti più tristi del suo degrado: si ritiene infatti che, in un momento di forte crisi in cui è necessario tagliare le spese per far quadrare i conti, il settore culturale sia il primo di cui francamente si possa fare a meno. E così i cartelloni ospitano sempre meno eventi perché mancano i fondi per organizzarli, la città invita sempre meno artisti perché non ci sono spazi idonei ad accogliere i loro spettacoli, e la cattiva immagine che Palermo diffonde di sé contribuisce inevitabilmente ad accelerarne il declino.
Naturalmente a Palermo la cultura non manca, non è mai mancata; e proprio perché la vena artistica ha sempre pervaso le sue strade e le sue piazze questa 'mala gestione' delude e offende innanzitutto i suoi figli. Ma i suoi figli non si arrendono e un ricchissimo rinnovamento culturale e in particolare musicale, riesce comunque a prender vita proprio dal cuore pulsante di questa grande madre; gli artisti nuovi e vecchi si organizzano e si autogestiscono, creano reti di collaborazioni che maturano grazie alla lealtà dei rapporti umani che le persone, prima ancora che i musicisti, tra loro riescono a instaurare, in una sorta di Resistenza culturale.
Crescono bene i figli; ma sanno che prima o poi se ne dovranno andare per cercare in luoghi più fortunati la loro affermazione.
Perché sia chiaro che la scena musicale palermitana è tutt'altro che morta, in questo spazio ci occuperemo di scrutarne i movimenti, seguirne i cambiamenti, portare alla luce ogni sua novità degna di nota. Proprio per questo prende il nome di Blackbirds, ossia tutti gli artisti palermitani che con le loro forze emergono dal buio della notte guidati da una sola motivazione: far conoscere se stessi e la loro musica.
Elisabetta Ragusa
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