giovedì 27 gennaio 2011

Waines - studio report

Devo ammettere che sono poche le volte in cui mi capita di sentirmi bionda. Bionda nell’accezione di svampita che non capisce un caspio di quel che si sta parlando. Bene: per una sera sono stata bionda platino degna di Playboy.

A causare questo cambio di personalità improvviso e questo stordimento intellettivo sono stati i Waines.


Mi sono presentata quasi all’improvviso al The Cave di Catania, lo studio dove sono chiusi da giorni per registrare “Sto”, l’attesissimo loro nuovo album. Un album che non è neanche nato (anche se manca poco), ma che sente addosso tutto il peso e la responsabilità di essere il successore di “Stu”.

Il clima in studio è rilassato, con i ragazzi (Fabio Rizzo, Roberto Cammarata e Ferdinando Piccoli) concentrati sul lavoro e quasi seri, come poche volte mi è capitato di vederli. Tranne Ferdinando ovviamente, lui non lo smuovono neanche le bombe. Lui lo smuove solo la sua batteria.

Kastronov è troppo bello essere in studio a registrare. A registrare i Waines intendo” mi dice Fabio, che ovviamente non sta lontano dagli studi per troppo tempo. “Era ora che cominciassimo a lavorare a questo disco, sono quasi due anni che è uscito Stu”.

Ed è inutile stare lì a far finta di niente, perché sono sicura che siete curiosi di sapere cos'è che sta venendo fuori da queste sessioni in studio. Quel che vi posso dire è che per fortuna non si tratta di Stu parte seconda. Non è per niente il caso in cui una band decide di marciare sulla strada che li ha già portati lontano. Però state tutti tranquilli che si tratta sempre dei Waines, totalmente Waines.

Roberto mi chiede : “Secondo te che genere è? Ce lo chiediamo da giorni, non riusciamo a capirlo”.

Le chitarre, quelle chitarre suonate in quel modo, vi posso rassicurare che ci sono. Ma ci sono pure suoni che non avete mai sentito venire fuori da tre musicisti così e vi viene da chiedervi dov’è nascosto il synth. C’è quasi un basso e questo non ve lo aspettate. E poi c’è Piccoli alla batteria, e non ho bisogno di aggiungere altro. Il tutto sotto il controllo e la supervisione di Daniele Grasso, il padrone di casa, che di tanto in tanto appare dall'alto a consigliare l'impostazione perfetta mentre rimbecca con Fabio una battuta dopo l'altra ed un gioco di parole appresso all'altro.

Ed eccolo il momento in cui divento bionda. Perché ovviamente in studio non si parla: si codifica. Una “cosa” che è un po’ un codice appunto, un po’ è fatto di nomi di marche e numeri di serie ed un po’ di tecnicismi musicali. E mi ritrovo con gente che parla di click e dub, synth e ampli, con entrate, panza e presenza, baritoni e fade. Ma non solo, perché a complicare la situazione ci sono loro che per capirsi cominciano a dire frasi del tipo “Ma se io parto da tu-ta-ta-tu-ta cià e ci metti il re che poi non devi lasciare, perché è trattenuto e me lo metti nella seconda pista, che è quella con il fade verde tagliaretina, un paio di mappazze e ci siamo”. E non ditemi che avete capito perché non ci credo!

Ma bionda lo sono diventata anche per un altro motivo, E devo fare mea culpa. Perché pur rispettando da sempre il lavoro dei musicisti, non mi sono mai resa davvero conto fin’ora dell’importanza estrema di comprare i cd. Questa non vuole essere una campagna contro la pirateria, non me ne frega niente della morale. Ma se un giorno vi capitasse come me di entrare in uno studio di registrazione, da ignoranti, e vedere come si registra un disco, beh sono sicura che cambiereste idea. Giorni rinchiusi a rincorrere la perfezione del suono, con il tecnico (Valerio) che conosce a memoria marca e numero di modello di tutta la strumentazione e che ti sa ripetere, quasi senza sbagliare, tutti i settaggi degli strumenti della canzone che hanno registrato due giorni prima. E i Waines li vedete sul palco e dite “miSchia, sono bravi!”, ma non li avete mai visti mentre trovano una sbavatura minima nel mezzo di una dozzina di tracce registrate e sovrapposte. “Grazie al caspio, lo sapevamo” direte voi saccenti esperti di musica che di certo ne sapete più di me (e non ci vuole tanto).

Ma allora io vi chiedo: se lo sapete per quale motivo i cd non ve li comprate?

ATTENZIONE! E’ una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle attitudini professionali, leggere bene il foglio illustrativo.

ATTENZIONE! I Waines possono dare dipendenza, se ne consiglia la somministrazione ai minori di 13 anni solo se promettono di non ascoltare Justin Bibier.

Vanessa "Paris" Castronovo