mercoledì 26 gennaio 2011

Pagine di diario (di una cantante in viaggio) - Capitolo 2: e mò so ca#@i tua

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Certo, una volta trascorse le prime tre settimane, con i concerti e gli incontri e il resto, è cominciato un capitolo diverso, un capitolo che potrei intitolare “E mò so cazzi tua!” fatto di pagine spesso accartocciate dalla rabbia e da una certa stanchezza, ma anche di tante novità e di scommesse, una vera e propria avventura. Cercare casa e nel frattempo dormire da mio cugino a Downtown (quanto è bella Downtown!!!) svegliandomi con il sorriso del mio nipotino Joa che non ha ancora un anno ma è già lanciato a braccia aperte verso la vita; dividere casa sulla 28esima con un’adolescente appassionata di musica, figlia della mia amica e maestra Cinzia Spata; trovare casa a Brooklyn e, una volta giuntavi finalmente, trovare anche una lavagnetta con su scritto “Welcome home Laura (Benvenuto!)”… Che dire? Pura magia!


Questo secondo capitolo parla anche della ricerca di luoghi per la musica e di persone con cui farla la musica, la mia stavolta, perché voglio cantare le mie canzoni a questa città e a questa gente. È un capitolo ancora aperto, naturalmente, e non privo di difficoltà, ma adesso qualcosa comincia a muoversi: due nuovi concerti all’orizzonte e tanti incontri collezionati. È un capitolo che ha i colori delle luci di Natale che si sono accese all’improvviso e che sono proprio come nei film, per poi essere parzialmente coperte dal biancore della neve portata a fine Dicembre da una delle più imponenti tormente della storia statunitense. Un capitolo in cui una palermitana impara a fare i conti con un freddo mai conosciuto prima e a camminare per giornate intere su tacchi di una certa rilevanza. La parola d’ordine è VIVERE, vivere per il presente che non si ripeterà e per il futuro che si spera di costruire, passo per passo, contatto su contatto, amicizia dopo amicizia, un motore che si accenda alla domanda “Quando conti di tornare?

E così, ci sono ancora tre settimane da vivere qui prima di prendere quell’aereo che mi porterà verso qualcosa che a stento riesco ad immaginare; è Casa, certo, ma sarà molto diversa vista con occhi nuovi, io sarò diversa perché lo sono già ed un profondo senso di curiosità accompagna questa consapevolezza. Non posso dire di non essere felice di tornare e riabbracciare la mia famiglia, gli amici che sono stati con me, nei miei pensieri, in questi mesi trascorsi lontano, ma certamente andare via sarà un forte dolore. Per ora ci penso poco, non ci voglio pensare, ma quando capita è un pugno alla bocca dello stomaco. Non vorrei dover andare e lasciare la mia vita qui…

E d’altronde se si potesse sempre fare quello che si vuole perderemmo di certo le occasioni migliori per imparare qualcosa, ‘ché da troppo vicino non si mette mai bene a fuoco.

Quello sarà dunque il capitolo terzo, ed inizierà appena salirò sull’aereo, così come il primo è iniziato appena ho preso il volo che mi ha condotta qui: si percepisce dentro qualcosa di diverso, di intenso, un’eccitazione mista a determinazione, perché ogni viaggio è un’avventura se lo si affronta come tale. E così tornerò a casa piena di ricordi ed esperienze, ricca di nuove amicizie e contatti da coltivare, carica di propositi, speranze, progetti e di uno sfavillante guardaroba vintage!

Intanto il tempo che mi attende è lì che freme ed io con lui, c’è ancora il Moma da visitare almeno altre due volte, un picnic da fare in pieno Central Park innevato, Keith Jarrett alla Carnegie Hall e tante jam sessions a cui partecipare… E poi ancora due concerti da preparare, uno in duo con un ottimo bassista italiano che vive qui da più di due anni, Gianluca Renzi, in una chiesa italiana a Long Island ed un altro in New Jersey, in trio con Gianluca e Fabio Morgera, grande trombettista italiano naturalizzato newyorkese, per la fine del mese!

Sono molto felice di avere fatto questa scelta, di aver cambiato il corso delle cose stabilite per fare quello che l’istinto mi suggeriva. Ora sono qui e sono ancora più forte perché so che su quell’istinto posso contare e che sarà sempre in grado di dirmi qual è la direzione da prendere.

Foto Claudia Ragusa

Laura Campisi

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