venerdì 11 febbraio 2011

Alchera live @ Catania

Alchera, suoni dalla darsena tossica.
Catania, mercoledì nove febbraio.


Ho rispetto per chi suona in questo modo. Nessuna velleità da rockstar, solo la voglia di stare su un palco per trasmettere emozioni. Quando gli chiedo quali sono le loro influenze, mi rispondono che non lo sanno. Quando dico che secondo me somigliano un po' ai The Notwist mi rispondono che non li conoscono nemmeno.


E’ una normale serata di febbraio, freddo gelido che ti entra dentro le scarpe, le stesse che scivolano per le strade di via Etnea a causa della cera delle candele che la recente festa di Sant’Agata ha portato per le vie. Nel cuore di Catania ci sono già gli Alchera sul palco che suonano come dei forsennati. Io come da tradizione sono in ritardo, e mi perdo i soliti dieci minuti di concerto. Il locale per fortuna non è pieno, ma c’è comunque tanta bella gente dentro che ascolta interessata e applaude con convinzione alla fine di ogni pezzo.

L’acustica del posto onestamente non mi sembra meravigliosa o forse sono solo i volumi regolati male, ma il suono è un impasto confuso di batteria e basso e la chitarra sovrasta prepotentemente il mix del gruppo. Anche i synth suonano “diversi” dal solito, soffocati e molto poco definiti. Ma questo è solo un aspetto del concerto, per fortuna c’è ben altro. I quattro augustani governano il palco con una certa sicurezza. E’ evidente che i tanti anni di esperienza sono serviti a maturare un sicuro affiatamento sul palco.

Suonano tutto il loro disco, giocando con suoni e con code strumentali psichedeliche. Se Discarica di sogni, il loro ultimo lavoro in studio, su disco si esplicita molto più intimista e ricercato nei suoni, dal vivo gli Alchera cambiano forma. La struttura di base rimane quella alternative (un mix di post rock e di elettronica anni novanta) ma dal vivo viene offuscato il lato meditativo del gruppo, lasciando emergere la loro parte più selvaggia e incontrollata. La mia preferita “Tramonto Petrolchimico” viene eseguita magistralmente, tanto bella su disco quanto dal vivo.
Il risultato è una performance molto movimentata, intensa e coinvolgente.

Ancora buona musica dalla Sicilia, e scusatemi se è poco.
Johnny Cantamessa

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