lunedì 7 febbraio 2011

Gentless3 live @ Catania

Credo che i concerti si possano suddividere in tre grandi categorie:

  • · I concerti degli artisti che conosci da tempo, ma di cui non hai ancora ascoltato il nuovo disco.
  • · I concerti per cui conosci tutte le canzoni e le parole delle canzoni dell’album e non vedi l’ora di ascoltarle dal vivo.
  • · I concerti per cui non sai neanche di chi si sta parlando.



Ecco, per me andare a vedere i ragusani Gentless3, che presentavano il loro album “I’ve buried your shoes down by the garden”, è stato esattamente il terzo caso.

In questi casi un recensore serio, un esperto di musica, si siederebbe in mezzo al pubblico e comincerebbe a snocciolare i suoi “Somiglia a..”, “Ricordano i…”, “Si sentono le influenze dei…”. Io che invece sono una bionda farlocca arrivo alla conclusione che se non riesco a trovare un appiglio musicale al quale aggrapparmi, perlomeno posso descrivere le sensazioni. Anche e soprattutto considerando il fatto che neanche il cantante ha deciso di darmi man forte “Te la devi cavare da sola” mi ha detto. E così sia.

La prima cosa che mi viene in mente è che , dato che non riesco a trovare nessun riferimento musicale, ciò deve essere dovuto al fatto che i Gentless3 devono avere le loro radici musicali nei pressi del cantautorato folk e blues di Nick Drake, Bob Dylan e Jeff Buckley. Questo è perlomeno quel che viene in mente ascoltando la linea melodica del cantato di Carlo Natoli, che ha però una voce che ricorda più Ed Vedder. Ed il suo cantato è una sorsata calda che scivola lenta, mentre la band dietro di lui non fa altro che creare un caos emotivo che parte lente ed esplode nel finale. Un tappeto quasi post rock per una voce blues. Una delle poche band in cui è la batteria ad essere la protagonista della scena, scardinando un po’ dal suo ruolo di ritmico di sottofondo, evolvendosi fino a diventare una solista del palco con i suoi continui cambi di ritmo e della preponderanza dell’uso dei timpani.

Ed è un po’ come osservare una tempesta dietro ai vetri di una finestra, rimanendo al caldo della propria casa. Sembra quasi di ascoltare due concerti sovrapposti, con le atmosfere scure e dense della voce di Carlo e i suoni aperti e arieggianti del resto della band (con Sergio Occhipinti alla chitarra, Sebastiano Cataudo alla batteria e Floriana Grasso alle tastiere).

Sul palco anche Cesare Basile che si presta a realizzare quella che il cantante definisce “una rilettura caotica e freeform della sua "Ceaseless and Fierce”.


Vanessa Castronovo

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