mercoledì 26 maggio 2010

Viola drunken - Di fate e di streghe












Dopo l'esordio con “Parol” nel 2006 i Viola drunken ritornano con il loro secondo album dal titolo “Di fate e streghe”. E ritornano a darci emozioni che esaltano le sorelle poesia e musica, che danzano (sorella danza) in una malinconica e rinata passione per l'impeccabile e variopinto mondo della socialità umana, vista dalla parte di chi la vive dentro le mura domestiche, o dall'abitudine-solitudine creata dall'emarginazione psicologica dei personaggi descritti.

Oscure vittime e crudeli carnefici si nascondono tra le righe di questo intricato romanzo, spesso infiammato da figure intimiste e maniacali, scosse dall'inarrestabile e tragico susseguirsi della trama, che per fato o per disperazione cadono nell'imperdonabile voluttà trasmessa delle passioni.


Tutto d'un fiato, nato come concept album e legato da un unico filo conduttore, “Di fate e di streghe” narra la storia di fate appunto, costrette a rinunciare alla vita per non commettere di nuovo lo stesso errore (L’i-dea), o addirittura la trascesa nel “tragicomico” dove una prostituta per non subire più abusi si trasforma in strega ed evira e poi uccide il suo abituale cliente (Tragicomico destino di un amante squattrinato). La poesia colpisce già all'inizio, dove si entra nell'inferno dantesco di “Paolo e Francesca”, vittime per eccellenza dell'amore (Finchè morte ci unisca).

Ma come la vita ci ha sempre insegnato, non è dato a noi capire quando è il momento d’essere “streghe o fate” ed infatti il racconto si svela da sé e i personaggi incarnano ora l'una ora l'altra figura, arrivando ad essere contemporaneamente entrambi gli esseri sopra citati. L'incorruttibile linearità musicale conferisce all'intreccio l'andatura sofferta e vissuta su cui si consuma la tragedia: donne che muoiono, vogliono morire o ammazzano, ma che alla fine considerando l'atto come indispensabile rimangono schiacciate dal peso della loro colpa. Un disco molto intenso intriso da fugaci gioie spazzate via dall'inarrestabile delitto.

Il nuovo album nasce anch'esso a Mazzarino (Cl), paese natale dei Vi
ola drunken che, data la particolarità artistica di “Parol”, hanno deciso di riprovare sempre sulla stessa andatura Noise e Alternative Rock, che li ha portati a partecipare a vari festival Siciliani nonché a “Rock targato Italia” e tante altre manifestazioni a livello nazionale.

Ho personalmente assistito alla nascita di quest'opera, che già in fase di stesura si presentava impregnata di genialità, tutto ciò è dovuto alla perfetta simbiosi degli elementi-soggetti che l’hanno creata, tra le campagne e i garages di Mazzarino, dove ogni prova era anche un festino, dove si vede che la voglia di fare musica batte tutto e coinvolge tutti.

Un album da ascoltare e riascoltare, carico di rock è intenso di poesia, un mix esplosivo per chi ama la buona musica e vola nelle parole, ma anche un cocktail perfetto per guadagnarsi un posto abbastanza elevato tra le pagine della musica italiana.

Line up:
Voci: Marco Boscaglia
Tastiere e synth: Luciano Bruno
Basso: Samuele Guttadauro
Batteria: Cristian Falzone
Con la collaborazione di Davide Arneodo polistrumentista di “Vov” e “Marlene Kuntz”, sulle canzoni: Nessuno, Jeanne, L'i-Dea.

Contatti: www.violadrunken.it

Tracklist
1. Finchè morte ci unisca
2. Nessuno
3. Lui, l’invisibile e lei
4. Jeanne (Hebuterne)
5. Tragicomico destino di un amante squattrinato
6. L’i-dea
7. L’ultima richiesta
8. Xenon
9. Satura
10. Puttana preda
11. Tetra malia
12. Finchè morte ci unisca (all’inferno)


Rino Pisana

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