mercoledì 2 marzo 2011

Miss Apple live @ Catania

Vista da lui.

La prima volta che ho ascoltato l'EP di Miss Apple ho pensato alla neve. Quella sensazione che ti pervade quando ti siedi sulla distesa ghiacciata e butti lo sguardo intorno. Ahimè, neve a parte, non ho mai assistito ad un concerto di Miss Apple, aka Rebecca La Mela, pur avendone avuto l'occasione. E ho sbagliato. Il riferimento alla neve non è affatto casuale e profeticamente appena entro nel locale il bianco candido delle pareti mi riporta subito alle sensazioni sopra descritte e il freddo di questa serata completa l'illusione. Arrivo con largo anticipo insieme a Raffaele Marsullo, già conosciuto come Wilda che stasera affiancherà Rebecca in qualche brano. Montiamo quel poco che occorre per la serata e pochi minuti dopo (un ritardo di mezz'ora, più che altro) giunge la protagonista dello show: Miss Apple.

Durante il breve soundcheck i due artisti suonando davvero di tutto, dai Pan del diavolo agli Oasis passando per i Rolling Stones. In realtà Raffaele non ha le idee ben chiare su cosa suonerà in quanto Rebecca ha proposto il featuring appena 24 ore prima. La serata comincia a prendere forma: arrivano gli avventori del locale e tra essi ce n'é uno anche molto particolare, Adam Ficek. Immagino che questo nome non vi suggerisca niente. Bene, i Babyshambles? Ok, lui sta dietro i tamburi per la band di Pete Doherty. La stanza in pochi minuti si riempie di gente appollaiata sui comodi pouf intenta a sorseggiare drink.

Rebecca imbraccia la sua EKO, l'accorda e da il via al concerto, mentre Raffaele seduto di lato, aspetta il momento di entrare in scena. Il concerto scorre via con tranquillità ma Rebecca è capace di creare una buona tensione emotiva, carica di empatia. La scaletta è formata quasi esclusivamente da brani originali contenuti nell'EP “Song from the north” e qualche bella cover eseguita in maniera personale e gustosa, con l'ausilio del fido Wilda alla seconda chitarra. Insieme hanno affrontato l'esecuzione di Wild Horses, storico brano dei Rolling Stones del 1971, Wonderwall e Don't Look Back In Anger degli Oasis, tutte eseguite con grande carica emotiva. E' stato facile notare come l'inserimento di una seconda chitarra abbia giovato notevolmente al sound di Miss Apple. Io, che non mi accontento mai, avrei visto molto bene anche un contrabbasso nell'ensemble. Avrebbe donato forse maggiore spessore e varietà a tutta l'esibizione.

Da riportare la proverbiale predisposizione a distrarsi di Rebecca durante il live: una mollica lanciata da un amico in mezzo al pubblico la fa imprecare nel bel mezzo del concerto e un altro amico -già, che amici!- la fa scoppiare a ridere durante un brano molto intenso. Segno che affronta il palco e il pubblico con un'ottima disinvoltura, questo è chiaro, ma la professionalità passa anche da queste cose. Una buona esibizione, affatto noiosa, ma il progetto deve crescere e deve rinnovare la sua proposta per trovare una maturità ancora non raggiunta.

Sono abbastanza certo che sia solo una questione di tempo.

Johnny Cantamessa


Vista da lei.

Per una sera Rebecca La Mela abbandona la consolle e ritorna musicista, ritorna alla chitarra, ritorna ad essere Miss Apple.

La t-shirt con la Union Jack tradisce quella che è la sua vera ispirazione, ma la sua chitarra preferisce parlare folk di stampo americano. Ed è proprio la sua chitarra a parlare meglio di quello che è il mondo di Miss Apple, molto più dei testi e della sua voce. “Songs from the noth”, il suo Ep, è fatto di canzoni introspettive supportate da una bellissima base armonica ed una chitarra capace di emozionare ad ogni accordo. E Miss Apple riesce ad evocare con le sue canzoni un passato musicale fatto di rock alla vecchia maniera, quello delle origini, ma sta pure ben attenta a non immergersi totalmente in esso, riuscendo a non sporcarsi troppo con i fantasmi del passato. È una musica che ti porta in una dimensione altra, ma che viene penalizzata da una voce con un timbro vocale non adatto. Belle canzoni se fossero cantate da qualcun altro o se Miss Apple decidesse di attenersi a toni più pacati e a note più basse abbandonando gli acuti.

A darle supporto musicale anche Raffaele “Wilda” Marsullo, coinvolto per riempire con il suono della sua chitarra la cover di “Wild horses” degli Stones. Ottima la scelta di proporre una versione soft di “Wonderwall” e di inserire la coinvolgentissima “Don’t look back in anger” degli Oasis, capace come sempre di innescare al pubblico un effetto karaoke immediato.

Eppure il concerto non ingrana. E la causa è soprattutto la distrazione di Rebecca, che canta le sue canzoni distrattamente e sembra quasi pensare ad altro. E di conseguenza l’attenzione del pubblico viene sviata e ti ritrovi a guardare i quadri nella sala e a chiederti che ci faccia un rettangolo di metallo avvitato al pavimento. Miss Apple sembra quasi non essere ad un suo concerto e si allontana dal microfono troppo spesso per salutare i suoi amici che vanno e vengono dal locale, scoppia a ridere per una smorfia di un suo amico e lascia distruggere il pathos che “Sea song” aveva creato per colpa di una mollica lanciata da un suo fan. Interruzioni continue che non fanno di certo bene ad un live.

Suonaci Amore di plastica” le chiedono dal pubblico.
Carmen Consoli si deve strozzare con una rana” risponde lei.

E Rebecca “Miss Apple” La Mela è pure questa.

Vanessa Castronovo

1 commento:

Selfless ha detto...

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